Continuare la trama delle operazioni di combattimento della marina vietnamita dopo la guerra del Vietnam.
Non abbiamo molto interesse a conoscere queste azioni di guerra, eppure sono parte integrante del paese che vogliamo conoscere.
Ogni paese ha una propria base militare, e qui nel sud-est asiatico, ha un significato speciale per un paese in equilibrio tra est e ovest.
La caduta del Vietnam del Sud nel 1975 consentì alla Marina vietnamita di entrare in possesso di una notevole quantità di unità navali sudvietnamite, spesso navi della United States Navy precedentemente cedute al governo di Saigon: oltre a svariate centinaia di navi ausiliarie, mezzi da sbarco e unità leggere, passarono alla Marina di Hanoi le fregate Trần Khánh Dư (ex cacciatorpediniere scorta USS Forster) e Pham Ngu Lao (ex nave appoggio idrovolanti USS Absecon); nel 1978, dopo la firma di un trattato di amicizia e cooperazione con l’Unione Sovietica, il Vietnam iniziò a ricevere anche varie moderne unità di costruzione sovietica come le corvette (fregate per i vietnamiti) classe Petya, le motomissilistiche classe Osa e le motosiluranti classe Turya in cambio della messa a disposizione dei sovietici delle infrastrutture dell’ampia base navale realizzata dagli statunitensi nella baia di Cam Ranh. Il Gruppo Pionieri Navali 126 fu espanso nell’organico e divenne la 126ª Brigata fanteria di marina, affiancata poi da una seconda unita (la 950ª Brigata) e dotata di una componente corazzata con carri leggeri anfibi PT-76 e trasporti truppa BTR-60
La forza navale vietnamita fu impegnata fin da subito nel conflitto di frontiera tra il Vietnam e la nuova Kampuchea Democratica di Pol Pot: nel maggio del 1975 forze vietnamite riconquistarono con un’invasione anfibia le isole di Phú Quốc e Thổ Chu occupate dai Khmer Rossi, procedendo poi a occupare l’isola cambogiana di Koh Wai; nel corso dell’invasione della Cambogia da parte delle forze vietnamite nel dicembre 1978-gennaio 1979, la fanteria di marina condusse una decina di operazioni anfibie a livello di battaglione lungo la costa cambogiana, contribuendo alla cattura degli importanti porti di Kampot, Ream e Koh Kong. La Marina fu poi responsabile del pattugliamento della costa cambogiana per tutta la durata dell’occupazione vietnamita (protratta fino al settembre 1989), oltre a fornire addestramento e assistenza alla forza navale della Repubblica Popolare di Kampuchea (il governo fantoccio istituito dal Vietnam in Cambogia).
Nel corso degli anni 1980 la Marina vietnamita fu impegnata anche a far valere le rivendicazioni di Hanoi sull’arcipelago delle Spratly, conteso anche da Cina, Taiwan, Filippine e Malesia; dopo vari confronti incruenti, il 14 marzo 1988 forze navali vietnamite e cinesi si scontrarono nei pressi del Johnson South Reef: due navi da trasporto vietnamite intente a sbarcare truppe sull’isola furono attaccate e affondate da altrettante fregate cinesi, con la morte di circa 70 uomini.
I vietnamiti hanno cercato a tutto il 2010 di contendere alla Cina il controllo del Mare Cinese Meridionale, anche tramite accordi internazionali che portassero forze navali straniere (India, Russia) ad avere basi in zona, per esempio riaprendo la vecchia base russa di Cam Ranh.