La Malaysia è uno Stato federale dell’Asia sudorientale, costituito dalla Malesia Occidentale o Malesia Peninsulare che comprende gli Stati di Johor, Malacca, Negeri Sembilan, Selangor, Pahang, Terengganu, Kelantan, Perak, Penang, Kedah e Perlis, il Territorio Federale di Kuala Lumpur e il Territorio Federale di Putrajaya, e dalla Malesia Orientale che comprende gli Stati di Sabah e di Sarawak. L’isola di Labuan, presso le coste del Brunei, è considerata territorio federale.
La Malesia Occidentale confina a nord con la Thailandia e a sud con Singapore (separata da uno stretto), la Malesia Orientale confina a sud con l’Indonesia e circonda il Brunei. La Malesia è all’inizio del XXI secolo una potenza di media grandezza, con il PIL al decimo posto fra i paesi dell’Asia, e al 29° tra quelli mondiali, a parità di potere d’acquisto; è inoltre al quarto posto tra i nuovi paesi industrializzati del pianeta.
Nella penisola malese, punto di passaggio obbligato dei commerci terrestri tra il Golfo del Bengala, quello del Siam e il Mar Cinese Meridionale, nel II secolo, si costituirono i primi regni indigeni. Solo nel XV secolo, con la fondazione del porto di Malacca e con la penetrazione portoghese, iniziò lo sviluppo economico della Malesia che a partire dal 1511 cadde sotto il dominio prima dei Portoghesi (i quali desideravano avere una base commerciale in Oriente) e poi, nel 1641, degli Olandesi passando nel 1795 sotto quello britannico. Con il trattato di Londra la Malesia venne assegnata alla Gran Bretagna, mentre Malacca passò agli olandesi che poi la cedettero ai britannici in cambio di alcuni possedimenti sulla costa occidentale di Sumatra. Nel 1867 Malacca e Singapore entrarono a far parte della colonia britannica degli stabilimenti degli stretti. Nel 1909 la Gran Bretagna ottenne dalla Thailandia la protezione degli Stati di Kedah, Kelantan, Perlis e Terengganu che poi riunì nei Confederate Malay States (Confederazione degli stati malesi).
Durante la seconda guerra mondiale la Malesia venne in gran parte conquistata dai Giapponesi (1942). Nel dopoguerra la propaganda antibritannica e l’acceso spirito nazionalista e indipendentista portarono alla costituzione dell’Unione Malese (1946). Nel 1957 venne proclamata l’indipendenza della Federazione Malese che, ampliatasi ancora con l’unione di Singapore, Sarawak, Sabah e Sultanato del Brunei si costituì in federazione della Grande Malesia, da cui però il Sultanato del Brunei si staccò volontariamente durante il decennio successivo. Singapore fu costretta a lasciare la federazione.
La Malesia è un miscuglio di etnie e di culture. La popolazione è formata principalmente da malesi (50,1%), cinesi (22,6%), Orang Asli (11,8%), indiani tamil (6,7%) ed altre etnie minoritarie (8,8%). I malesi, islamizzati qualche secolo fa, sono oggi i soli ad avere pieni diritti politici e civili. I cinesi, che rappresentano circa un quarto della popolazione totale, sono concentrati nei maggiori centri urbani e spiccano nelle attività commerciali.
I Semang, che abitano al nord, sono cacciatori e raccoglitori e si distinguono per i capelli crespi. I Sakai, con caratteristiche fisiche simili agli altri (statura pigmoide) si distinguono per i capelli ondulati e sono i più numerosi. Infine a sud-ovest della Malacca abitano gli Jakudn dai capelli lisci. Nel Sarawak, il gruppo più numeroso è quello dei Dayak, un tempo considerati tagliatori di teste. Di più recente immigrazione
sono i gruppi pakistani, Bengalesi (del Bangladesh) e Nepalesi, che svolgono mansioni prevalentemente artigiane e manuali.
Questo vero e proprio „melting pot” comporta un gran numero di feste e manifestazioni religiose (Hari Raya musulmano, Deepavali e Taipusam induista, Capodanno Cinese, Natale cristiano), nonché una miriade di specialità culinarie e artigianali, ma anche tensioni etniche mai sopite e spesso strumentalizzate dalla politica.