La scuola vietnamita, figlia dell’ideologia comunista, deve essere riformata.
Educatori e docenti chiedono “investimenti” e un “cambio radicale” di mentalità. Nonostante i proclami governativi, il livello di istruzione nel Paese è ancora arretrato. Prevale il retaggio comunista, che blocca un vero sviluppo globale del sistema.
Il sistema educativo vietnamita, a dispetto dei proclami governativi, è ancora arretrato e vittima di un’ideologia di stampo comunista che pervade ogni ordine e grado. Per questo è necessaria una vera riforma che garantisca libertà di insegnamento e condizioni migliori per docenti e alunni; un passo necessario per rendere più competitivo il Paese in chiave futura, a livello culturale e professionale. Di recente il Forum economico mondiale (Wef), nel suo rapporto sulla “Competitività globale” 2013/4, ha classificato il modello scolastico vietnamita al 67° posto su 148 nazioni, e al 4° posto fra i Paesi Asean (Associazione che riunisce 10 Paesi del Sud-est asiatico) dopo Singapore, Brunei e Malaysia. Tuttavia, le classifiche sono frutto di dati e valori forniti dalle autorità che non corrispondono al livello di istruzione e la realtà – avvertono docenti ed educatori – è ben diversa.
Se si analizzano i dati reali – in particolare fra i laureati e i dottorandi – il Vietnam scende al 95° posto su 148 nazioni al mondo e 7° sulle otto prese in esame nell’Asean, dietro anche alla Cambogia. Una conferma della scarsa attendibilità rispetto ai dati forniti dai funzionari vietnamiti, a fronte di un sistema educativo tutt’altro che improntato all’eccellenza.
Secondo il governo di Hanoi vi sono centinaia di migliaia di studenti che possono vantare “ottimi” risultati. In base ai dati, nell’anno 2012/13 si sono registrati 24mila dottorati in filosofia, oltre a9mila fra professori e associati. Il numero più alto fra le nazioni asiatiche, che contrasta però col fatto che fra le prime 500 università al mondo non ve ne sono di vietnamite.
Anche il numero delle pubblicazioni scientifiche tra il 1970 e il 2011 (10.745) è molto più basso dei Paesi vicini: il 22% rispetto alla Thailandia, il 27% della Malaysia e l’11 a confronto di Singapore; bisogna inoltre tenere conto che l’80% di questi è redatto in collaborazione con colleghi stranieri. Infine anche il dato sui brevetti testimonia il ritardo del Vietnam: solo 19 fra il 2000 e il 2007, nessuno nell’anno solare 2011.
Esperti ed educatori invocano un progetto di riforma del sistema scolastico che non deve guardare solo agli “investimenti finanziari”, ma portare al miglioramento dell’etica professionale, dei metodi di insegnamento e al cambiamento radicale di mentalità. Il professor Them, della National University di Hanoi, conferma il livello di degrado dell’istruzione, causata dal “monopolio” del sistema, dalla scarsa professionalità, dal retaggio dell’ideologia comunista che persiste ancora oggi a tutti i livelli. Bisogna abbandonare menzogne e falsità, aggiunge il docente, e riformulare metodi di insegnamento, cancellare il dogmatismo e la “mentalità comunista”.