Lingua:
La lingua khmer è parlata dal popolo dei khmer della Cambogia e appartiene alla famiglia delle lingue austroasiatiche; è stato influenzato sia dal sanscrito che dal pali, a causa della diffusione del buddismo e dell’induismo. Inoltre, a causa della relativa vicinanza geografica, la lingua khmer è stata influenzata anche dal tailandese e dal laotiano, e viceversa.
Lo khmer si distingue però dalle lingue dei popoli circostanti, in quanto non è una lingua tonale: utilizza una sintassi di tipo soggetto-oggetto-verbo e prefissi e infissi per derivazioni di tipo lessicale; usa inoltre per la scrittura l’alfabeto khmer. Tra gli anziani è poi ancora parlato il francese e il vietnamita, mentre tra i giovani, soprattutto quelli che lavorano nelle strutture turistiche, si sta rapidamente diffondendo la conoscenza dell’inglese.
Religione:
Il 90% dei cambogiani pratica il buddhismo theravada, che si basa su quattro nobili principi: il fedele cerca di guadagnare meriti mediante donazioni ai templi, comportandosi in modo corretto e giusto, rispettando gli altri e cercando di non perdere mai la calma. Il primo voto dei monaci è la mendicità e il primo dovere di un buon buddista è l’offerta. I fedeli vanno alla pagoda prevalentemente durante le feste legate alle fasi lunari (4 volte al mese), offrono cibo ai monaci e poi si fermano a mangiare con loro. Nel corso dei secoli i templi buddisti (wat) hanno sempre svolto un ruolo importante nella conservazione della cultura e nella diffusione dell’istruzione, soprattutto nelle aree rurali. Durante gli anni ’70 i buddisti furono però duramente perseguitati dai Khmer Rouge. I monaci furono costretti ai lavori forzati e molti di loro persero la vita; in più gran parte dei wat del Paese furono distrutti. Solo dagli anni ’80 il buddismo riprese vigore ed è oggi riconosciuta come religione di Stato dalla costituzione Cambogiana. Tradizionalmente, ogni uomo trascorre qualche anno della sua vita all’interno di un monastero (dove impara anche a leggere e a scrivere), ma il voto è revocabile in qualsiasi momento. Anche le donne possono prendere i voti: in genere lo fanno dopo una certa età, quando non hanno più l’impegno della famiglia. Allora si rasano la testa e indossano una veste bianca. Accanto al buddismo continua a sopravvivere il culto degli spiriti: vicino a ogni abitazione c’è sempre infatti una piccola casa dove dimora una divinità, alla quale vengono fatte offerte di cibo e fiori. L’animismo rimane poi la fede dominante tra le tribù rurali. Tra le minoranze religiose, vi sono infine gruppi di musulmani Cham (nel sud-est del Paese) e di cristiani (a Phnom Penh ed in altre aree urbane) soprattutto di etnia cinese e vietnamita. Un interessante esempio di come attualmente viga una situazione di alta tolleranza religiosa, consiste nel fatto che di fronte alle pagode è sempre presente un tempietto vuoto, senza immagini del Buddha, affinché chiunque non sia buddista possa pregarvi liberamente, immaginando la sua divinità.
Educazione:
L’educazione in Cambogia veniva tradizionalmente fornita nei wat (i templi buddisti), perciò era riservata agli uomini.
Nel 1917 passò una Legge sull’Istruzione del governo coloniale francese, che introdusse un sistema di educazione primaria e secondaria, simile a quello francese. L’istruzione rimaneva comunque elitaria. Dopo l’indipendenza fu stabilito un sistema d’istruzione universale, che fu implementato dallo sviluppo di una rete di college e università. Nel 1975 però, non appena i Khmer Rouge assunsero il potere, abolirono l’educazione, distruggendo tutto il materiale di studio, i libri di testo e le case editrici. Le scuole e le università furono chiuse ed i loro edifici usati ad altri scopi. Durante questo periodo, un gran numero di insegnanti qualificati, ricercatori e tecnici abbandonarono il Paese o morirono. Quando il nuovo governo cambogiano salì al potere nel 1979, dovette così ristrutturare completamente l’intero sistema educativo. Gli asili e le scuole elementari e medie, furono i primi a riapparire, seguiti poi da un sistema d’educazione per gli adulti e dalla restaurazione di college e università. La costituzione attuale sancisce l’accesso gratuito all’istruzione per nove anni, così da garantire il diritto universale ad un’educazione di base. Il sistema educativo continua però ad essere afflitto da molte difficoltà, inclusa la scarsità di personale qualificato, il cattivo morale a causa dei bassi livelli salariali e la mancanza di materiale di studio. In più in Cambogia, pur essendo dato un alto valore allo studio, questo non viene focalizzato su obbiettivi e professioni specifici, ma rimane allo stadio di mera memorizzazione e copiatura di testi. La frequenza scolastica rimane infine abbastanza limitata nelle aree rurali, dove ai bambini viene richiesto di rimanere a casa per aiutare la propria famiglia nei campi. I livelli d’istruzione si attestano intorno al 76% per gli uomini e 46% per le donne (secondo stime del 1998) e vi è ancora una scarsa partecipazione ai livelli più alti di educazione, con solo l’1,2% della popolazione iscritta, contro una media del 20,7% per i Paesi ASEAN (sud-est asiatico).
Musica e danza:
Tratto distintivo della cultura del paese ed eredità delle civiltà che si sono susseguite nel tempo, sono le danze e la musica. Esse si rifanno infatti alla tradizione millenaria e alla sinuosa e affascinante gestualità delle apsaras: ninfe celestiali della mitologia hindu, nate per danzare per gli dei e oggi onnipresenti sulle pareti degli antichi templi. La tradizione della Cambogia si esprime soprattutto per mezzo del famoso Balletto Reale. Ridotto alla clandestinità sotto la dittatura, il Balletto è attualmente conosciuto all’estero grazie alle numerose tourné. Le sue danze, lente e sinuose, sono spesso accompagnate dal pinpeat, il tradizionale gruppo strumentale della Cambogia, formato principalmente da strumenti a percussione. Le sue esecuzioni vengono ascoltate anche durante i giorni di festa nelle pagode.
Sport:
Il calcio è uno degli sport più popolari in Cambogia, nonostante la sua pratica a livello agonistico non sia così sviluppata come nei Paesi occidentali, a causa delle basse condizioni economiche. Stanno inoltre acquisendo importanza anche altri sport occidentali, come la pallavolo, il rugby, il baseball, l’hockey su prato e il bodybuilding. Le gare di canottaggio mantengono però la loro attrattiva a livello di sport nazionali, oltre ad alcune arti marziali, tra cui il Pradal Serey (Khmer boxe), simile al Muay Thai.